La calcolosi della colecisti

La colelitiasi o calcolosi biliare è una malattia consistente nella presenza di calcoli nei dotti biliari o nella cistifellea o colecisti. Il 75-80% dei calcoli della colecisti hanno il colesterolo come componente base ("calcoli colesterinici"); solo nel 20% dei casi i calcoli contengono colesterolo per meno di un terzo e sono formati prevalentemente da carbonati e fosfati di calcio ("calcoli pigmentari").

Sintomi

Dolore localizzato inizialmente in epigastrio e successivamente con irradiazione all'ipocondrio destro. Il dolore è di breve durata e di intensità variabile e post prandiale; causato da un ostacolo al deflusso della bile. Il paziente può rimanere sintomatico o avere dispepsia.

Fattori di rischio

La colelitiasi è detta, in inglese, malattia delle quattro F: Female, Fat, Fertility, Fourty. Sono le donne in età fertile (intorno ai 40 anni) ad essere più a rischio. Altri fattori che aumentano la probabilità di sviluppo della patologia sono: ipertensione, dislipidemia, diabete, terapia con estrogeni e fibrosi cistica.

Complicanze

Se il calcolo è piccolo può andare frequentemente ad incunearsi nel coledoco e incastrarsi a livello della papilla del Vater causando ittero ostruttivo con conseguente pancreatite . Altra complicanza frequente è la colecistite, idrope e epatite, ileo biliare, carcinoma della colecisti.

Diagnosi

L'esame di prima scelta per la colelitiasi è l'ecografia dell' addome: il calcolo appare calcifico e ipoecogeno con cono d'ombra a valle.(1,2,3)

Terapia

La terapia può essere di quattro tipi:
  • medico-farmacologica con acido ursodesossicolico per calcoli piccoli (di diametro meno di 5 mm)e di colesterolo puro o fango biliare.
  • onde d'urto (litotrissia) ( non si utilizza più)
  • chirurgica, colecistectomia classica o laparoscopica.
L'intervento laparoscopico dura 20 minuti circa, richiede 2 giorni di degenza e il giorno seguente il paziente riprende a mangiare.

Chirurgia digestiva e colonproctologica


Laparoscopia nel cancro del colon-retto

La laparoscopia gioca al momento un ruolo determinante nel trattamento chirurgico del cancro del colon retto. La letteratura specialistica mette in evidenza come questa tecnica, conservando intatte le proprie caratteristiche, sia tanto efficace quanto la tecnica a cielo aperto, definita open, in termini di radicalità oncologica. I criteri di radicalità oncologica rappresentano quei criteri per cui un tumore del colon viene operato con efficacia curativa. In altri termini, studi eseguiti sulle diverse caratteristiche del tumore del colon hanno evidenziato alcuni elementi che influenzano in maniera statisticamente significativa la prognosi del paziente operato. Le variabili sono: la profondità del tumore rispetto alla parete del colon, rappresentata con il simbolo della lettera T; il coinvolgimento dei linfonodi, simboleggiato dalla lettera N; la presenza di metastasi rappresentate con la lettera M; il coinvolgimento delle strutture nervose e vascolari viciniore il tumore; la così detta distanza di sicurezza, distal clearance, vale a dire quella distanza esistente dal margine estremo del tumore rispetto ai margini di resezione del viscere, che mette al riparo da eventuali disseminazioni di cellule tumorali internamente al viscere a partire dal tumore stesso; la legatura dei vasi arteriosi e venosi responsabili dell’irrorazione vascolare del tratto di viscere da asportare. Il rispetto allora di queste variabili misura in maniera corretta la capacità curativa oncologica dell’intervento chirurgico. La dimostrazione che l’intervento chirurgico ha tenuto conto dei criteri di radicalità oncologica, definito come curativo, avviene attraverso l’esame istologico. Tutto questo dimostra una semplice cosa: più l’intervento chirurgico risulta essere efficace in termini di curatività oncologica, maggiore è la possibilità che il paziente sopravviva libero da malattia rispetto al tempo. La tecnica laparoscopica, come detto, migliora la performance chirurgica rispetto la tecnica open: l’introduzione, attraverso le piccole porte di accesso all’addome ottenibili con minimi tagli, di una telecamera ad alta definizione, magnifica l’immagine anatomica consentendo quindi una maggior definizione del gesto chirurgico. L’utilizzazione di nuovi dispositivi chirurgici tecnologicamente all’avanguardia come il bisturi ad ultrasuoni, che permette il taglio e l’emostasi al tempo stesso senza minimamente offendere i tessuti viciniori, le sonde endosonografiche che permettono di visualizzare anche la presenza di lesioni di minimo diametro, i collanti biologici, le suturatici meccaniche molto più sicure in termini di compattezza delle anastomosi, hanno permesso al chirurgo di estremizzare le possibilità di utilizzazione della tecnica laparoscopica. I vantaggi: pronta ripresa della mobilizzazione, già nella prima giornata post operatoria il paziente viene alzato dal letto e messo in poltrona; immediata ripresa dell’attività intestinale, con possibilità di iniziare l’alimentazione già a partire dalla terza quarta giornata post operatoria. Sia la pronta mobilizzazione che l’immediata alimentazione del paziente rientra in un complesso programma di riabilitazione e riduzione della ospedalizzazione definito come fast track. La pronta mobilizzazione del paziente è resa possibile anche in considerazione del minor traumatismo della parete addominale; tutto ciò si traduce in una minore percezione del dolore e quindi in minor consumo di farmaci in generale e di antidolorifici in particolare. Inoltre è possibile ottenere pezzi operatori più accurati con possibilità di asportare il maggior numero di linfonodi possibili, di rispettare al massimo la distanza di sicurezza di resezione del tumore. L’immediata ripresa delle attività sociali con il minor insulto estetico del paziente concludono la lunga carrellata dei vantaggi della tecnica laparoscopica.
Chirurgia Laparoscopica

La videolaparoscopia è una rivoluzione nella tecnica chirurgica che rende in alcuni casi sorpassati i classici interventi; essa viene eseguita impiegando dele miniincisioni ed una specifica strumentazione che rende inutili le lunghe incisioni finora impiegate in chirurgia.
La tecnica laparoscopica (dal greco laparo=addome e scopeo=guardo) è stata introdotta negli anni 70 per impiego ginecologico ma dal 1985, quando fu eseguita per la prima volta una colecistectomia laparoscopica si è andata diffondendo, anche per la continua richiesta dei pazienti. Il numero ed il tipo degli interventi condotti con questa metodica è enormemente aumentato. Oggi , infatti, negli Stati Uniti il 95% delle colecistectomie viene eseguita per via laparoscopica.